Era un martedi..
Era un martedi quando cominciò tutto. Niente fulmini e diluvi vari, niente tempeste di fuoco o mostri giganteschi mandati da qualche divinità per mangiarci tutti. No, niente di così astruso e difficilmente realizzabile. No, è bastato un bottone.
Un semplice bottone rosso. Uno di quei piccoli bottoni rossi, chiusi in una teca di vetro sul muro, quelli con accanto la scritta: 'rompere in caso di estrema necessità' o cose simili.
Sopra alla scritta e al bottone risiedeva un cartello con una lista di numeri e dati e in fondo a tutto ciò, una frase in maiuscolo colpì la mente dello scienziato: 'GIORNI SENZA INCIDENTI' con vicino una lavagnetta nera con scritto 3567 in gesso.
Alzò la mano destra, sospirò, cancellò il numero, prese il gessetto li a fianco e scrisse 0 sulla lavagnetta. Si girò e si avviò per tornare alla sua postazione.
Marco, come enunciava anche la targhetta che aveva sulla tasca sinistra del suo camice, era il nome dello scienziato. Dall'aspetto non lo si poteva considerare il classico topo di laboratorio: era infatti più alto dei suoi colleghi, robusto di costituzione, ben sistemato a livello fisico, come a dimostrare un passato da giocatore di rugby; di carnagione chiara e con un ciuffo rosso che soffiò verso l'alto per spostarlo dai grossi occhiali di legno che coprivano i suoi occhi verdi.
Occhi che ora stavano osservando la stanza per localizzare il suo "piccolo angolo di pace".
CONTINUA ?
Nessun commento:
Posta un commento